Benvenuti al Palazzo Peloso Cepolla, esempio tipico dei palazzi di Albenga, frutto dell’accorpamento di più unità medievali. All’angolo verso Piazza San Michele si innalza la torre duecentesca, con basamento in pietra nera e porta leggermente ogivale; la sommità, un tempo merlata, oggi è ornata da pilastri con sfere in marmo. La facciata cinquecentesca conserva finestre in ardesia e, sul lato verso via Cavour, tracce di affreschi medievali.
All’interno, il piano nobile custodisce un ricco apparato ornamentale dal XV al XIX secolo: salotti con camini e portali in ardesia, busti marmorei di origine romana, affreschi con scene di cacce e battaglie e una cappella con affreschi in grisaille del 1600. La sala detta “dei filosofi” conserva affreschi umanistici della seconda metà del XV secolo.
Il palazzo fu sede dei Cepolla, famiglia tra le più influenti di Albenga dal XII secolo, impegnata in politica, commercio e attività finanziaria. Nel Cinquecento Prospero Cepolla, ultimo della famiglia, avviò grandi lavori di ristrutturazione per renderlo un palazzo di rappresentanza. Successivamente passò ai conti Peloso e infine, nel 1947, al Comune di Albenga, che lo destinò a sede della Sezione Ingauna dell’Istituto di Studi Liguri e del Museo Navale Romano.
Il Museo, fondato nel 1950 dal professor Nino Lamboglia, ospita reperti di una nave oneraria romana dell’inizio del I secolo a.C., affondata davanti ad Albenga, con ricostruzione della fiancata e del carico di circa 10.000 anfore, oltre a elmi, vasellame e parti del fasciame. Qui sono conservati anche l’Archivio Storico Ingauno, il fondo antico dell’Archivio Comunale e la biblioteca della Sezione Ingauna.
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