La piazza di San Michele prende il nome dal titolo della Cattedrale, e costituisce ancor oggi il centro della città. E’ delimitata dalla facciata della Cattedrale con il campanile (accanto ad esso, il Battistero paleocristiano), dalla torre del Palazzo vecchio del Comune, dal Municipio con la sua torre, dal Palazzo Peloso Cepolla e la sua torre, sede del Museo Navale Romano e sugli altri lati da palazzi privati. Qui è dunque ben evidente l’importanza delle torri nella storia e nella fisionomia della città. Fenomeno urbanistico e architettonico del medioevo, ad Albenga è particolarmente imponente per l’assieparsi delle torri nel centro cittadino. Lo studio di questa realtà tipica delle città medievali è ancora da perfezionare, attraverso mirati sondaggi archeologici e rilievi stratigrafici con l’utilizzo di moderni sistemi.
Ad oggi, le torri vengono datate in base alla tecnica costruttiva, alla diversità dei materiali e all’altezza delle basi in pietra che diminuisce con il passar del tempo, mentre aumentano le dimensioni dei conci e la precisione della posa in opera. La piazza offre in questo senso un buon campo di analisi, perché si possono attribuire alle fasi più antiche (XII sec.) sia la base del campanile, sia quella della torre del Municipio già Malasemenza, sia la base della torre Della Lengueglia, posta oltre il fondo della piazza sull’angolo della retrostante via Roma, mentre sarebbe attribuibile all’ ultimo gruppo di costruzioni la torre del Palazzo Vecchio (inizio XIII sec.). La piazza nel medioevo non era vasta come oggi, perché davanti alla Cattedrale si trovava un edificio di proprietà del Capitolo canonicale, demolito nel sec. XVII.
La piazza era sede del fiorente mercato del grano, documentato nel medioevo fino al Seicento, e animata da numerose cerimonie religiose, dalle riunioni comunali e dalle sessioni giudiziarie che si svolgevano nell’attigua Loggia comunale.