Ad angolo tra via d'Aste e Via Oddo, proprio di fronte al portale della Chiesa di Santa Maria in Fontibus, troviamo la Torre e la Casa Cazzulini. La torre Cazzulini è la prima che incontriamo entrando in Albenga partendo da piazza del Popolo, è alta 21 metri ed è ben conservata nei particolari. Grazie al basamento in pietra, solamente interrotto dalla cornice, alle imponenti misure dei mattoni e alla mancanza di feritoie al piano terra, è considerata un ottimo esempio di architettura civile della prima metà del XIII secolo.
Dovete sapere che, nella maggior parte dei documenti, veniva descritta quasi come un giardino pensile, in quanto sulla sua sommità potevamo trovare un albero di fico o un ulivo. Intorno a tutta la superficie della torre, oggi troviamo delle bifore (finestre ad un solo arco), che vanno a sostituire, nella maggior parte dei casi, finestre più articolate.
La torre prende il nome dalla famiglia Cazzulini, casata presente in Albenga fin dagli inizi del XII secolo. Probabilmente il loro nome deriva dal loro paese di origine, Caso (Caxu in dialetto), posto sotto quella che ora è la Madonna della Guardia, luogo che era parte integrante di Albenga ma sotto la giurisdizione di Alassio. In alternativa, per il significato del loro cognome, possiamo far riferimento, cosi come fecero i Cazzulini stessi, all'intrinseco significato dialettale locale richiamante il mestolino o cazzuolino di legno, poi riportato nello stemma di famiglia, all'interno di due bande orizzontali rosse e oro.
I Cazzulini erano feudatari di un'altra grande famiglia, i Clavesana, per i quali ressero alcuni paesi dell'entroterra: Arnasco, Menosio, Cenesi e Ortovero. Oltre a questo hanno avuto una grande forza economica e politica in Albenga, sono presenti con ben tre rappresentanti all'interno del Consiglio Comunale, come si ritrova in alcuni documenti risalenti al 1222. Inoltre, un esponente della famiglia, Guglielmo Cazzulini, aveva raggiunto la carica e Aicardo Cazzulini, abbiamo testimonianza delle sue attività mercantili che procuravano ricchezza e prosperità alla famiglia. Quest'ultimo, nel 1236, grazie al rapporto di fiducia che c'era con la famiglia Embriaci, era riuscito ad ottenere dai Clavesana, la Castellania di Riveraro, divenendo il signore di Rivernate, Arnasco, Cenesi, Bezzo, Menosio, Massaro. Attualmente gli interni della torre sono adibiti ad abitazioni.